26, Feb 2025
La dichiarazione dell’onorevole Santanché di Martedì 25 Febbraio, nella sede del Parlamento Italiano, sul voto di fiducia rappresenta apertamente, nei suoi contenuti, un cambiamento radicale nella comunicazione istituzionale e politica.
Si nota, con un certo fastidio come siano venuti meno i freni inibitori indispensabili ad un sano esercizio di democrazia.
Usare un linguaggio semplicistico, superficiale e soprattutto non rispettoso del contesto in cui viene pronunciato mina fortemente l’esito del messaggio. Per chi ascolta e non mi riferisco ai parlamentari ma al cittadino destinatario delle scelte di questi” personaggi” è veramente problematico e mette a disagio oltre che provocare indignazione.
Nello specifico affermazioni tipo “io porto il tacco 12 e mi vesto bene, mi piace e me lo posso permettere perché sono una signora “oppure “nelle mie borse non c’è paura voi volete solo combattere la ricchezza “solo per citarne alcune sue dichiarazioni, che cosa significa se non trasformare la realtà dei fatti, le sue responsabilità, in qualcosa che risulta più gradevole ad una certa opinione pubblica.
Spiazzante davvero tutto questo: diseducativo, offensivo per chi vive problemi quotidiani di varia natura, per chi è indifeso, per chi ripone fiducia negli eletti per essere rappresentato dignitosamente, oltraggioso dei luoghi di democrazia, che mai come ora vanno difesi, protetti dallo scherno e dalle frasi irriguardose che mirano a delegittimare le istituzioni e a sminuire il valore della legalità.